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Lo yoga per l’Autunno: Equilibrio
Lo yoga per l’Autunno: Equilibrio

Lo yoga per l’Autunno: Equilibrio

Ciao! Negli ultimi post abbiamo parlato delle tradizioni e significati legati all’Autunno e di quanto l’energia di questa stagione risuoni con i concetti di radicamento e gratitudine. Se dovessi esserteli persi, ti invito a dar loro un’occhiata per farti un’idea di cosa stiamo per approfondire insieme.

Ci resta un terzo elemento da affrontare (e da praticare!) per entrare in contatto con l’Autunno e tutto ciò che esso simboleggia. Come accennavo nel primo post, Settembre è un mese particolarmente intenso dal punto di vista energetico, perché racchiude in sé le ultime energie dell’Estate, che sono per eccellenza rivolte “all’esterno”, e quelle di transizione verso i mesi invernali le cui energie sono, invece, rivolte “all’interno”.

In più, a conferire un tocco di magia a questo mese, c’è l’Equinozio d’Autunno, che quest’anno nell’Emisfero Settentrionale si verificherà il 22 Settembre. L’Equinozio è un giorno tanto particolare quanto più ci si sofferma su ciò che accade: la luce e il buio hanno esattamente la stessa durata.

Questo equilibrio tra il giorno e la notte sancisce il “sacrificio del sole” a favore delle tenebre per i mesi successivi, così da garantire la continuità del ciclo di morte e rinascita della natura. Equilibrio, dunque, che va ricercato non solo nel fatto che luce (il maschile) e buio (il femminile) occupino lo stesso spazio nel giorno dell’Equinozio, ma nel quadro più ampio dell’intero susseguirsi delle stagioni e della vita stessa!

Due Asana e una tecnica di pranayama per l’equilibrio

Veniamo a noi e ai consigli per coltivare l’equilibrio interiore e celebrare quello della Terra.

Il pranayama è una delle pratiche yogiche più potenti e sicuramente consigliate per lavorare su questo aspetto. Un pranayama adattissimo allo scopo (e soprattutto perfetto anche per i principianti) è Nadi Shodhana (o Anuloma Viloma, in base alla durata delle varie fasi del respiro, ma approfondiremo più avanti queste differenze). Le proprietà riequilibranti di questo pranayama si devono al fatto che lavora su due delle nadi principali: Ida (associata al principio femminile) e Pingala (associata al principio maschile).

Nadi Shodana Pranayama

Per praticarlo, con il pollice della mano destra chiudi la narice destra e chiudi invece la narice sinistra con il mignolo e l’anulare. L’indice e il medio possono rimanere piegati verso il palmo della mano come nell’immagine oppure, nella variante che preferisco, restano distesi e toccano la fronte tra le sopracciglia, all’altezza del terzo occhio.

Inspira e poi espira dalla narice sinistra tenendo chiusa quella destra con il pollice. Inspira dalla narice sinistra, trattieni a pieno il respiro, libera la narice destra e, chiudendo quella sinistra, espira. Ripeti per 6 cicli e, almeno all’inizio, mantieni bassi tempi delle diverse fasi (puoi fare, ad esempio, 1:1:1 e poi aumentare gradualmente sia la durata che il numero di cicli).

Riguardo le asana, quelle di equilibrio possono essere una bella sfida: stare in equilibrio non è tanto una capacità fisica, quanto mentale. O meglio, è la capacità di concentrazione e di vera unione tra il corpo e la mente a consentire di mantenere l’equilibrio. Questa classe di asana più di altre, dunque, richiede una forte centratura e vedrai che non sempre ti riuscirà di stare in equilibrio: il tuo stato mentale nel momento in cui le esegui fa davvero la differenza!

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Vrksasana, la famigerata posizione dell’Albero.
  • Vrksasana (posizione dell’Albero): indiscutibilmente, l’Albero è una delle asana più rapprentative dello yoga nell’immaginario collettivo. Ed è un’asana davvero potente, perché ci ricorda il nostro ruolo di connessione tra la terra e il cielo: come per gli alberi, le nostre radici e il nostro tronco devono essere forti e solidi per permetterci di innalzarci verso il cielo. Per eseguirla, parti da Tadasana, la posizione della Montagna (ricordi? In piedi con i piedi in linea con le anche, il bacino leggermente in avanti e le spalle basse) e fissa un punto davanti a te, all’altezza degli occhi. Sposta il peso del corpo sulla gamba destra e, solo quando ti senti solido, solleva il piede sinistro da terra. Se sei alla prime armi puoi appoggiare la pianta del piede sinistro sulla caviglia destra e restare lì: questo è un albero a tutti gli effetti, e non è nemmeno semplice da eseguire quanto credi! Per entrare nella posizione completa, invece, solleva il ginocchio sinistro e prova a portarlo verso il petto, poi afferra la caviglia sinistra e appoggia la pianta del piede sull’interno coscia della gamba a terra (mai sul ginocchio, mi raccomando!). Mantieni la posizione finché è comoda e ripeti sull’altro lato.
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Natarajasana, la posizione del Signore della Danza
  • Natarajasana (posizione del Signore della Danza): ogni asana meriterebbe almeno un intero post dedicato solo ad essa, ma questa in particolare è così ricca di significato che ce ne vorrebbero almeno due per spiegarla in modo esaustivo! In questo contesto mi limiterò a dirti che il Signore della Danza altri non è che lord Shiva, il distruttore, il dio dello yoga in persona. Trovo che sia l’asana più emblematica di questo periodo perché mette insieme i tre elementi di equilibrio, gratitudine (perché è anche una posizione di apertura del petto e del cuore) e radicamento. Non è semplice da eseguire nella versione completa, anzi quasi impossibile a meno che tu non abbia un corpo ultra snodato o un passato da ginnasta. Infatti, la tradizione prevede che per eseguire Natarajasana si stia in piedi su una gamba, come in Vrksasana, e con il piede della gamba sollevata all’indietro ci si tocchi la testa… Personalmente, penso che non riuscirò a farlo nemmeno tra un milione di anni. Per fortuna lo yoga ha varianti per ogni fisico e ogni esigenza, e la variante più comune di Natarajasana prevede una versione della posizione molto meno impegnativa, in cui con la mano afferri il piede che sta dietro mentre l’altro braccio è disteso in avanti o verso l’alto.

Avrai notato che non ho accennato ad altre pratiche che non siano yogiche, per esempio ai cristalli da indossare per favorire l’equilibrio (non ti spiegherò qui perché, ma se ti interessa saperlo, l’ossidiana fiocco di neve è una buona pietra in questo senso). Questo perché c’era già tantissimo da dire così!

Spero che questo piccolo excursus sull’Autunno ti sia piaciuto, a presto per il prossimo post!